Page 6 - Numero 3_2019
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dità. La povertà appartie-
           ne al suo cuore, più che ad
           uno stile di vita quotidia-
           na o ad una prescrizione
           della Regola di s. Agosti-
           no. È un valore scelto per
           amore e non subìta né
           imposta alle consorelle.
           La povertà materiale è da
           lei accolta come un atto
           terapeutico, per liberare
           il cuore dai bisogni e dalla
           cupidigia. I testimoni del
           Processo, ricordano a più riprese come Chiara e   Alla povertà, si accompagnano altre virtù, quali
           le sue compagne vivessero in assoluta povertà e   la pazienza, la fortezza, l’umiltà, la temperanza,
           ciò che era dato a lei, per amor di Dio, non lo   la mitezza, la disponibilità totale alla volontà di-
           tratteneva per sé: tolto quanto le bastava appe-  vina, la generosità. Essa aiuta a guardare i beni
           na per un pasto, distribuiva ai bisognosi tutto   e gli eventi della storia con la lucida consapevo-
                       il resto e spesso anche ciò che era   lezza che sono frutto della gratuita benevolenza
                       necessario per il suo vitto. La po-  di Dio. Quanto siamo e quanto abbiamo ricevu-
                       vertà è una beatitudine se ti porta   to, è reinvestito nel dono, gratuitamente, per cui
                       ad entrare in empatia con gli ul-  dilaga, nel cuore, lo stupore e la lode.
                       timi, se diventa apertura all’altro,   La povertà del cuore può essere declinata sotto
                       riconoscendone le necessità, sen-  un’altra prospettiva: come rinuncia al proprio
                       tendo nel proprio corpo le sue   “io”. Noi spesso siamo presuntuosi, basiamo la
                       pene. La povertà materiale è un   vita su noi stessi, sui nostri meriti e capacità;
                       valore quando indirizza il cuore   tutto ciò può essere riordinato con l’obbedienza.
                       all’esercizio della compassione. In   Chiara era obbediente e molto volentieri e pron-
                       questa condizione di indigenza,
                       Chiara esortava le suore alla pa-
                       zienza,  celebrando  la  povertà  in
                       un modo tale che si sentivano più
                       sazie e piene che se avessero avuto
                       il solito cibo o anche molto di più.
                       Questa insistenza sulla povertà
                       serve a far emergere la ricchezza
                       che, con gesti e parole, trasmette-
                       va a quanti si avvicinavano. Colo-
                       ro che si allontanano da Chiara,
                       conservano in sé quelle parole che
                       riguardano esclusivamente Dio.

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