Cerchiamo di vivere così: un cuor solo e un’anima sola.
Tutto in comune: le cose e la vita. Ci nutriamo: della Parola di Dio, della comunione che c’è tra noi, dell’Eucaristia, della Preghiera. Nell’incessante ricerca di Dio desideriamo essere una testimonianza viva
della Resurrezione del Signore Gesù.
cfr. Atti degli Apostoli
Il cammino della ricerca di Dio nella nostra vita agostiniana non è solitario, ma è agevolato, sostenuto e arricchito dalla comunione fraterna per la quale il cammino di ciascuna appartiene a tutte (Costituzioni 37).
La Vita Contemplativa vuole essere una Presenza che abita il cuore e che ci fa capaci di vedere la realtà con gli occhi di Dio senza dimenticare i nostri fratelli, perché è uno sguardo di amore, di misericordia, di verità.
Da questo sguardo contemplativo nasce l’ideale del monachesimo di S. Agostino che si ispira a quello della primitiva comunità di Gerusalemme:
La moltitudine dei credenti aveva un cuor solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma tutto quello che avevano lo mettevano insieme (Atti, 4,32).
C’è un momento importante che ha trasformato S. Agostino facendone un uomo di Dio, un uomo per l’uomo: una scintilla divina che lo ha fatto incendiare di amore appassionato per Dio e lo ha reso inquieto mettendolo in cammino e in ricerca senza stancarsi e fermarsi mai. È il momento della “conversione”, in quella Parola che lo ha trafitto: “Rivestitevi del Signore Gesù Cristo” (Rom 13,14).
Da allora è iniziata la sua avventura con Dio che lo ha portato di conversione in conversione fino a noi. È essere rivestiti di Gesù Cristo, avere i suoi sentimenti, che ci fa capaci di costruire il futuro con il cuore di Dio e di camminare con l’uomo di oggi.
É stare alla presenza di Dio, lasciare che la Verità interpreti la vita e ci doni i misteriosi orizzonti del Padre, gli stessi sentimenti di Cristo, la libertà dello Spirito Amore: Vuol dire essere separati per stare insieme agli altri, vedere gli altri con gli occhi che hanno visto Dio.
S. Agostino nel suo tempo ha capito bene che la vita monastica, senza incarico pastorale, rischia di essere vissuta egoisticamente. Riteneva tuttavia che i monaci laici non dovessero affatto precipitarsi per assumere un ministero pastorale: bisognava che vi fossero invitati dalla Chiesa, e in tal caso non dovevano rifiutarsi di mettersi a sua disposizione. Una volta posto alla testa di una Chiesa locale, l’antico monaco laico doveva far conoscere e amare la vita dei monaci laici. Questa vita “contemplativa” non è una iners vacatio. “Dormo ma il mio cuore veglia”, diceva la Sposa del Cantico. L’amore della Verità spinge ad un’attività intensa: la santificazione personale e la ricerca della conoscenza gustosa delle “cose di Dio”.
Ma è anche in un altro senso che la vita monastica non è una iners vacatio. La “saggezza” non è una proprietà privata da serbare per se stessi egoisticamente, ma da comunicare agli altri, ai fratelli o sorelle della stessa comunità o a quelli di fuori, non come un possesso privato, ma come condivisione.
S. Agostino precisò la sua concezione della vita monastica: non si tratta più di fuggire dalle città degli uomini, ma di non lasciarsi vincere dalle seduzioni del mondo, adoperandosi per costruire una società più giusta anche col contributo cristiano. Il mondo da fuggire è quello dei vizi per abbracciare la perfetta carità come stile di vita.
Il vivere nei monasteri ha la finalità di rendere alla Chiesa un aiuto specifico: quello di essere presente nella vita umana, nella linea dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Se altri avevano atteso ai bisogni primari dell’uomo, Agostino pose attenzione alla totalità dell’uomo, a quei suoi bisogni spirituali (la sete di verità, di giustizia, di amore) che ne decidono il destino.
La vita contemplativa agostiniana non è una vita parallela alla storia, né al di là della storia, non è una particolare dimensione esistenziale, non lo fu per S. Agostino. La contemplazione è un atteggiamento interiore, un modo di guardare e di vivere la realtà della storia in cui viviamo. Un desiderio di stare al centro della realtà in Dio, cogliendo la storia che è sempre divina ed eterna e che diviene “Ordo amoris”, una permanente gerarchizzazione delle scelte sulla base dell’amore.
In questo cammino Agostino ci è guida e compagno di viaggio, lui che ha vissuto in permanente stato di ricerca. Un cammino vissuto nell’ascesi dell’amore, che nella liturgia, nella lectio, nella preghiera, nello studio, nella meditazione e nel lavoro trova i “luoghi” in cui è offerto il Dono e lanciata la sfida dell’amore.
L’ordo amoris è via di essenzialità, di radicalità. Sulla via dell’amore, infatti, Dio non lo incontri da solo: lo trovi con tutti “i suoi”. Nella ricerca di Dio è dunque implicata la ricerca dell’uomo, nell’apertura a Dio l’apertura all’uomo. È la dimensione ecclesiale del Monachesimo agostiniano, che si accende della passione per Dio e per la Chiesa attraverso l’uomo.
ELEMENTI FONDANTI DELLA SPIRITUALITA' AGOSTINIANA
Interiorità e ricerca di Dio
Vivere nell'instancabile ricerca di Dio per mezzo di una profonda vita interiore e di un amore concreto per il prossimo. L’interiorità ci rivela il Dio della nostra vita e la nostra vita in Dio. Questo cammino ha come via maestra l’ascolto della Parola di Dio che rende liberi nella verità e la frequentazione della vita sacramentale. È un appassionato e instancabile pellegrinaggio, icona dell’umano andare verso la Patria Celeste, che muove dal desiderio, dalla sete di Dio.
Fraternità
La Comunità è una comunità di mendicanti di Dio per vocazione, chiamata a vivere e condividere la sete, per ricordare all’umanità che in Lui solo è la sorgente della Vita. Insieme ai tre voti di castità, povertà e obbedienza si fa promessa di perfetta vita comune. Il cammino agostiniano della ricerca di Dio si fa non da soli, ma insieme. La comunità agostiniana è costituita da persone che insieme cercano il Volto di Dio e a Lui sono orientate. Relazioni che si costruiscono mettendo in comune se stessi, pregando insieme, dialogando, condividendo la vita, camminando nella stessa direzione, lavorando con passione, studiando con intelligenza, meditando la Parola. Così chi per primo trova una scintilla di verità la comunica agli altri.
Ecclesialità
Il servizio e l’amore alla Chiesa e all’uomo è un altro principio fondante della Spiritualità agostiniana. Sant’Agostino vuole che i suoi monasteri siano accoglienti dove come “in un porto” l’uomo possa gustare Dio e la sua pace. Luoghi di spiritualità nei quali la preghiera liturgica è condivisa, dove ci si incontra per approfondire la ricerca di Dio e scambi fraterni di cordialità. Il Monastero è spazio di umanità illuminata dalla Grazia. e la Comunità il luogo doi condivisione della fede, della speranza e della carità per avere la forza di una dedizione totale agli interessi della Chiesa e ai bisogni del mondo.
Avete sentito quale è il nostro progetto di vita: pregate perché riusciamo a realizzarlo.
S. Agostino, Discorso 356,2