Page 12 - Numero 4-2020
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32.55).  Nessuno  può                                       è immediata in quan-
          credere contro la sua                                       to alla remissione dei
          volontà,  ma  bisogna                                       peccati, è progressiva
          aggiungere subito che                                       in quanto al rinnova-
          la volontà di credere è                                     mento interiore. Re-
          un dono di Dio; anzi,                                       sta infatti la lotta tra
          la stessa volontà non                                       la carne e lo spirito,
          si determinerebbe a                                         resta la infirmitas, che
          credere se Dio non                                          dev’essere curata per
          esercitasse su di essa                                      tutta la vita, restano
          un’azione suasiva e di                                      le passioni disordina-
          chiamata. Dio, infatti,                                     te che devono essere
          chiama alla fede ope-                                       ricondotte all’ordine,
          rando nell’uomo con                                         affinché l’uomo possa
          azione suadente e ciò                                       vivere nella giustizia.
          non solo esteriormen-                                       Perciò la libertà cresce
          te attraverso le «esor-                                     con il crescere della
          tazioni evangeliche»,                                       giustizia, della retti-
          ma anche interiormen-                                       tudine morale, della
          te, dove nessuno ha in potere ciò che     santità. L’uomo vive non più secondo la
          gli venga in mente; però consentire alla   carne, cioè in balia delle sue sole possi-
          chiamata o dissentirvi appartiene alla    bilità, ma vive nello Spirito, cioè in una
          propria volontà (ivi, 34.60).             relazione di vita con Dio.
                                                    La grazia rende figli ed eredi di Dio
          5. La grazia nella vita del cristiano     L’adozione a figli è presentata come il

          La grazia giustifica il peccatore         fine stesso dell’Incarnazione:  Lo Spiri-
          La redenzione di Cristo ha concesso la    to del Figlio grida in noi: Abbà, Padre
          grazia all’umanità di essere liberata dal   (Gal 4,4-7); l’essere guidati dallo Spiri-
          peccato, dall’errore e dalla morte. Il    to significa essere figli:  Lo Spirito ci fa
          peccato è la vera alienazione dell’uomo,   gridare: Abbà, Padre (Rm 8,14-17). Lo
          dal quale ci libera Colui che non ha co-  Spirito opera in noi la filiazione con Dio.
          nosciuto il peccato: Tutti hanno peccato   Sant’Ireneo affermava che lo Spirito è la
          e sono privi della gloria di Dio, ma sono   comunicazione di ciò che è più tipico di
          giustificati gratuitamente per la sua gra-  Cristo, ossia il suo essere Figlio. La grazia
          zia, in virtù della redenzione realizzata   ci ammette alla comunione che il Figlio
          da Cristo Gesù (Rm 3,23-24). Questa è la   ha con il Padre, ed essendo resi confor-
          situazione comune a tutti gli uomini, così   mi al Figlio abbiamo accesso alla comu-
          come comune a tutti è la grazia di Cri-   nione con il Padre. Lo Spirito, effuso su
          sto. Dio solo è giusto e può giustificare;   ogni uomo, fa sì che la filiazione divina
          occorre dunque affidarsi alla gratuità del   appartenga ad ogni uomo che accoglie
          suo amore. La nostra giustificazione, se   il dono, ossia lo stesso Spirito Santo.
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